Dopo molto tempo trascorso in rianimazione, il cuore di Run Radio è tornato a battere costante. La voce dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli riecheggia nei corridoi dell’Ateneo, ma vogliamo di più, è arrivato il momento di uscire dalle mura universitarie e farci conoscere anche all’esterno.
Come avete letto in un precedente articolo, sono partiti i tre giorni del FRU, il festival delle radio universitarie, quest’anno promosso dalla Sapienza Università di Roma, insieme con RadUni – Associazione delle radio e degli operatori mediali universitari. E noi, dopo tanti anni, abbiamo deciso di tornarci per scoprire e conoscere altre realtà studentesche, entrando in relazione con le colleghe e i colleghi delle tante radio universitarie italiane, scambiandoci idee, opinioni, progetti, arricchendoci con tutto quello che questo festival ha da offrire.
Insomma,Run Radio è viva, operativa e presente. La cerimonia d’apertura del festival è cominciata coi saluti della Magnifica Rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, seguiti da quelli di Miguel Gotor, Assessore alla Cultura di Roma Capitale, Antonello Aurigemma, Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Franco Siddi, Presidente Confindustria Radio Televisioni, Giacomo Lasorella, Presidente AGCOM.
Tutti hanno evidenziato l’importanza che la Radio, dopo aver compiuto cento anni, ha ancora oggi nel nostro Paese, nonostante tutti i media, e non solo, coi quali si è dovuta confrontare durante questo secolo di vita: dalla televisione a Spotify, passando per l’IPod, senza poi contare la miriade di software per scaricare musica da internet. Eppure gli ascolti della Radio, fa presente il Presidente AGCOM Lasorella, sono addirittura cresciuti rispetto allo scorso anno. Dati alla mano, la radio è ben lungi dal morire.
Sul palco del Teatro Nuovo Ateneo sono intervenuti Carlo Pahler, Presidente RadUni, Mihaela Gavrila, Responsabile scientifico MediaLab/RadioSapienza, i “boss” di questo festival, che hanno fortemente ribadito il tema portante di tutta la manifestazione: innovazione, sostenibilità e inclusione, rimarcando l’importanza delle radio universitarie, che, restando ancora parzialmente fuori dalla logica competitiva dei grandi network, diventando veri centri creativi, nei quali le nuove generazioni possono esprimersi, sperimentare e immaginare nuovi “mondi” radiofonici, che senza questa forza innovativa giovanile, probabilmente non avrebbe compiuto il centesimo anno di vita.
Andrea Ianniello