Tra i margini e i confini della conoscenza

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Tra i suoi laboratori di ricerca l’Università Suor Orsola Benincasa annovera il Centro di Ricerca ‘Margini e confini’, da molti anni attivo nell’ambito del ‘Centro Scienza’ nuova sui temi del diritto, dell’inclusione e nello specifico sul tema del ‘margine’ considerato come elemento di confine della società contemporanea.

Quali sono i ruoli e le caratteristiche degli istituti che hanno caratterizzato le comunità occidentali?

Ė uno dei quesiti fondamentali alla base delle ricerche compiute dal Centro che come laboratorio è uno stimolo a ripensare alle trasformazioni che governano e hanno governato la società e la vita nel corso della storia.

Il Centro di ricerca dedica una particolare attenzione alle civiltà euro-mediterranee: centri e periferie, pubblico e privato, identità locali e sovranazionali, spazi di integrazione e forme di sociabilità, ruolo delle donne, realtà marginali e diritti umani.

Il tema del ‘margine’ e del ‘confine’ è anche “un’occasione per riflettere sulla inattualità delle barriere tra le discipline, tra i saperi, e anche tra i mondi”, come ha detto la professoressa Vittoria Fiorelli; la docente di Storia moderna all’Università Suor Orsola e coordinatore scientifico di ‘Margini e confini’ ha fatto riferimento al convegno internazionale di studi Attraversare mondi. Fonti e metodi per lo studio delle missioni tra testi, oggetti, che il Suor Orsola ha organizzato per le giornate del 30 e 31 maggio, a cui abbiamo dedicato un podcast, che pubblichiamo in questa pagina.

Il convegno è stato pensato nell’ambito della partecipazione al Dottorato Nazionale di Studi Religiosi con sede nell’Università di Modena e Reggio e rappresenta un momento importante per lo scambio della ricerca e dei risultati scientifici. Il riferimento alla traccia non deve farci pensare che si tratti di un incontro focalizzato sugli studi storici e religiosi: “La scelta del tema delle missioni – dice la professoressa Fiorelli – ci è apparso piuttosto uno spazio duttile per invitare colleghi provenienti da centri di ricerca italiani universitari e non – anche dalla Spagna e dalla Germania -, a interrogarsi sulla flessibilità di metodi e linguaggi che i loro studi disciplinari possono offrire su un’ipotesi di attraversamenti di linguaggi, di metodologie, di orizzonti di lavoro”.

In concomitanza con le sperimentazioni e le applicazioni delle tecnologie digitali nel contesto di ricerca del centro ‘Margini e confini’, è inevitabile riflettere su quanto un orientamento culturale aperto non possa che confrontarsi anche con il progresso delle tecnologie;

le innovazioni stanno plasmando i parametri stessi della ricerca per cui appare una necessità progettare con gli umanisti l’inserimento del digitale e delle tecnologie.

È quanto accaduto nella organizzazione del convegno con il quale è stata messa a fuoco questa relazione imprescindibile tra la materia scientifica e materia digitale, come ci hanno spiegato Vittoria Fiorelli e Natascia Villani, coordinatrici scientifiche dell’evento:

“Sono stati messi insieme gruppi di ricerca che, nel panorama internazionale, si stanno misurando con i problemi del digitale applicato alla conservazione e alla tutela del patrimonio storico, oltre che con la necessità di convergere su linguaggi e metodi condivisi di data modeling.

In questa prospettiva è essenziale la presenza dei componenti dei gruppi di ricerca PRIN NeTEX sull’analisi digitale degli archivi della Chiesa nella prima età moderna. Il progetto infatti, è finanziato da fondi PNRR e il progetto PRIN Digital Inquisition: strumenti di fruizione e accesso multimediale per l’Archivio della Congregazione per la Dottrina”.

da.card.

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