Educazione e nuovi media come parlare con i giovani

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Qual è il rapporto tra innovazione digitale, nuovi media e educazione scolastica? È un quesito che ci fa scontrare spesso con la tradizione della cultura pedagogica e la necessità di arrivare in qualche modo agli studenti delle nuove generazioni, a ricucire le distanze e i vuoti comunicativi che la scuola raccoglie sempre più spesso tra gli adolescenti di oggi.

Ricerca e progettazione pedagogica, dialogo e nuovi codici comunicativi sono l’oggetto di riflessione e discussione ancora focus del convegno SiPed, che si è concluso sabato 15 giugno dopo una giornata di full immersion di studio venerdì 14 nel Suor Orsola Benincasa.

Fabrizio Manuel Sirignano (nella foto durante un intervento nel convegno) professore ordinario di Pedagogia generale e sociale e presidente del corso di laurea in Scienze della Formazione primaria, ci ha aiutato a comprendere quali siano i punti nodali su cui la Pedagogia contemporanea deve necessariamente intervenire. Il primo è stare attenti a come analizzare nel suo intero la situazione scolastica.

“Al di là delle statistiche che fanno riferimento alla dispersione scolastica i cui dati ci vengono riportati costantemente – puntualizza – abbiamo un altro quadro della dispersione scolastica che è quella di coloro che pur essendo presenti a scuola non apprendono oppure apprendono male”.

Negli anni Sessanta il maestro Alberto Manzi fece un piccolo miracolo. Nell’Italia del secondo dopoguerra un mezzo come la televisione venne incontro alle esigenze di una parte della popolazione che era rimasta tagliata fuori dalla società e dall’evoluzione culturale del Novecento. Era in condizioni di povertà e minorità: si trattava di una fascia sociale completamente dimenticata dall’attenzione politica e culturale del Paese.

Oggi parlare di dispersione scolastica e di disattenzione nei confronti della comunità educativa è un po’ diverso. Il problema di fondo è arrivare ai ragazzi e agli adolescenti, capire e farsi capire cercando di utilizzare un linguaggio contemporaneo e trasversale che tuttavia non metta da parte i contenuti basilari delle discipline formative.

“Credo che in questo momento sia importante coinvolgere e avvicinare i giovani anche utilizzando i loro codici comunicativi – conferma Sirignano -; propongo che si inseriscano nell’ambito delle istituzioni scolastiche anche, e sottolineo anche, i cosiddetti linguaggi divergenti come ad esempio il cinema.

 Non dobbiamo però dimenticare i contenuti, questo è essenziale, e appiattirci sulle metodologie scadendo nel didattismo e nella negazione della didattica. Stimolare i ragazzi attraverso il cinema, il fumetto o le altre forme di comunicazione a loro più vicine: ecco come intervenire”.

“È indispensabile riconoscere che la dispersione scolastica è un problema che non riguarda solo il Sud ma tutta l’Italia – conclude -. Occorre lavorare molto in tal senso, lavorare per favorire la partecipazione scolastica, combattere l’isolamento che talvolta i social tendono ad acuire e soprattutto cercare di coinvolgere i ragazzi anche in attività extrascolastiche e fare in modo che la scuola sia collegata alla vita del Paese”.

da.card.

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