Lo storico dell’arte stratega dell’attenzione

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Giovedì 3 ottobre alle ore 16,30 il Dipartimento di Scienze Umanistiche Unisob introduce gli studenti e i laureati alla difficile professione dello storico dell’arte: quali sono le specializzazioni post laurea e le professioni nei Beni culturali?

Ne parlano in occasione della presentazione del nuovo ciclo 2024-2025 della Scuola di Specializzazione: Pierluigi Leone De Castris, Stefano Causa, Giovanni Borrelli, Carmela Vargas e Alessandra Perriccioli. Concluderanno il seminario le testimonianze dei due studenti Amanda Lamberti e Imma Salvatore.

Essere uno storico dell’arte implica una conoscenza profonda del panorama storico artistico in cui si sono sviluppate le diverse culture e i diversi filoni artistici.

Lo storico dell’arte di oggi però non è il professionista di ieri, giacché essere uno specialista in questo campo vuol dire rimanere ben piantati con i piedi per terra nel presente confrontandosi continuamente con il passato ma con uno sguardo verso il futuro: ‘un presente futuro, un futuro presente’, come spesso si dice usando un gioco di parole.

Davanti all’immagine lo storico dell’arte studia il passato, attribuisce e colloca un’opera, ma lo fa rendendola attuale, guardandola oggi con gli occhi dello studioso e analizzandola tramite il digitale, uno smartphone, una fotografia, un reel, un video di Instagram, una condivisione via social.

Il punto è esattamente questo. Se la storia dell’arte è fatta di geografie e luoghi, lo storico dell’arte viaggia con un navigatore satellitare, analizza il quadro da una riproduzione digitale con la consapevolezza che gli occhi della Gioconda non saranno mai più visibili vis a vis, a distanza ravvicinata in una collocazione come quella del Louvre davanti al muro di visitatori, selfisti, braccia in alto e telefoni cellulari alla mano.

Nell’oceano dei social media lo storico dell’arte e il critico d’arte devono oggi moltiplicare le competenze: curare, progettare, allestire, organizzare e fare critica per mostre fisiche, digitali e phygital, divulgare e comunicare via social con contenuti smart ma nel contempo abili e sofisticati. Potremmo dire che proverà a cavalcare l’onda in un mare di selfisti. Storia, filosofia, letteratura, storia della musica: uno storico dell’arte deve avere conoscenza e interesse per tutto, avvicinandosi e avvicinando quante più discipline possibili.

“Nel mestiere dello storico dell’arte – spiega in breve Stefano Causa docente della Scuola e professore di Storia dell’arte moderna e contemporanea – la carne a cuocere è tanta. I musei, i palazzi storici, le chiese, dovrebbero essere la seconda casa di uno storico dell’arte. Un viaggiatore, uno scrittore, un osservatore attento. Ecco, uno storico dell’arte è tutto questo, uno stratega dell’attenzione”.

Il Suor Orsola Benincasa – che ha già promosso il Corso di Laurea in Digital Humanities – inaugura per l’anno accademico 2024-2025 la nuova edizione della Scuola di specializzazione in Beni storici artistici, con un’importante parte di approfondimento dal Medioevo al Contemporaneo e una serie di stage, tirocini formativi, sopralluoghi e attività pratiche che – al passo con i tempi – preparano i giovani a lavorare come storici dell’arte e nel settore della valorizzazione e della tutela dei Beni culturali.

da.card.

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