Li abbiamo visti debuttare nel 2021 con “Suspiro”, spinti da un autorevole mentore come Pasquale Scialò. La parabola dei Suonno d’ajere non si è fermata negli ultimi tre anni, tra apparizioni dal vivo e ricerche sul campo. Venerdì 5 aprile arriva ‘the difficult second album’, Nun v’annammurate. Il trio composto da Irene Scarpato (voce), Marcello Smigliante Gentile (mandolino, mandola, mandoloncello, cori) e Gian Marco Libeccio (chitarra classica, chitarra elettrica, chitarra acustica, cori) lo presenta dal vivo nel teatro Trianon di Napoli nello stesso giorno di pubblicazione. Il concerto sarà replicato il 24 aprile a Roma in occasione del Festival Popolare Italiano presso il Museo degli Strumenti Musicali per poi inaugurare un nuovo tour internazionale, e il 16 maggio a Milano presso Biko.
Anticipato dai singoli “Fotografia” e “‘E ggioche ‘e prestiggio“ il trio (qui in una foto di Riccardo Piccirillo) è atteso alla conferma dopo un debutto promettente. In un panorama povero di figure in grado di studiare e rinnovare in modo credibile il patrimonio musicale classico partenopeo, i Suonno d’ajere si sono distinti per un’energia non inferiore a quella di un gruppo rock accomunata a una raffinatezza stilistica che pochi possono vantare.
Nun v’annammurate contiene dieci tracce, in cui spiccano ospiti come Raiz e Le Sorelle Marinetti. Al centro dell’album sono le riedizioni di brani del passato, ma non mancano due brani inediti che lasciano intravedere la possibilità di riannodare i fili tra passato e presente della forma-canzone in questa città. Nel mirino del trio vi sono brani degli ultimi tre secoli ripescando, dall’immenso repertorio a disposizione, armonie, melodie, pathos e ironia.
Il filo conduttore della collezione è il tema dell’amore: a questo argomento sono legate “Fotografia”, “‘A canzone d’o roccocò”, “‘A Gelusia”, “Ammore Busciardo”, “Il Vesuvio a Parigi” e “Nun v’annammurate”, che prende spunto dal brano originale “Munno Cane” dell’autore Toto Toralbo, ispirato alla storia di Filumena Marturano di Eduardo De Filippo.
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