Venerdì 28 giugno Piazza del Plebiscito si è di nuovo trasformata in un palcoscenico musicale per uno spettacolo della stagione estiva napoletana, inserito nel pacchetto di “Napoli Città della musica”: il concerto di Tropico con il suo ultimo progetto “Chiamami quando la magia finisce”.
Tropico è lo pseudonimo di Davide Petrella: cantautore, compositore e paroliere partenopeo (nella foto in pagina di Giuliano Montieri), è conosciuto già come autore dei testi di numerosi cantanti, tra cui Cesare Cremonini, Elisa, Emma Marrone, Elodie, Ghali, Marco Mengoni. Petrella è uno dei compositori con maggior successo nelle classifiche italiane e non solo.
Questa estate si sta confermando come un momento cardine della sua carriera da interprete.
Sul palco della più bella piazza napoletana ha offerto a più di diecimila persone uno show ricco di emozioni, partendo dalla scenografia somigliante a una giungla nella quale un sapiente progetto di luci portava al pubblico suggestioni tropicali.
“Qui è tutto dal vivo e vafammocc a tutt quant! La musica dal vivo si deve fare dal vivo, sennò che musica dal vivo è?“ Con questa esclamazione interamente in napoletano, in due ore e mezza di spettacolo, ha fatto capire al suo pubblico quanto sia stato importante per lui il contatto reale con la musica.
Una band e due coristi di eccezione hanno emozionato i fan con arrangiamenti rivisitati che hanno reso l’intero spettacolo affascinante con qualche sorpresa, come l’arrivo sul palco dei due produttori musicali, D-Ross e Startuffo, che con la loro musica hanno completato le sonorità del concerto. Ma Tropico ha riservato al suo pubblico ancora altre sorprese duettando con cantanti per cui ha scritto i testi. La prima a entrare in scena è stata Elisa in “Ci Eravamo Tanto Amati”, a seguire Ghali con cui ha cantato “Habibi” e “Non Esiste Amore a Napoli”, poi Achille Lauro con “Rolls Royce”, Marco Mengoni con “Due Vite” e Franco 126 in “Piazza Garibaldi e “Zona Nord”.
Tropico è riuscito a portare su quel palco, che ha tanto sognato, una propria “magia”, quella che non si può creare artificialmente ma è frutto di un continuo contatto con il proprio pubblico a cui riconosce di dovere tutto.
Roberta Miceli
Matteo Ferronetti