Nello scorso febbraio l’Università Suor Orsola Benincasa ha attivato la prima Accademia mediterranea di Scienze pedagogiche intitolata alla studiosa Elisa Frauenfelder, maestra della pedagogia italiana contemporanea alla cui memoria l’Ateneo dedica da tempo il premio internazionale destinato agli autori di un lavoro sui temi della pedagogia, della storia della pedaglogia e delle istituzioni educative e della didattica.
L’Accademia si ispira alla scienza della formazione classica che ha le sue radici nel Mediterraneo antico. La stessa Elisa Frauenfelder si è spesa tantissimo per far sì che i progressi degli studi pedagogici potessero trovare una giusta dimensione nel contesto euro Mediterraneo.
Maria Ulrich, Eleonora Pimentel Fonseca, Laura Beatrice Oliva Mancini, Silvia Croce solo per citarne alcuni, ma cosa ci ricordano questi nomi di donne eccellenti?
Un lungo elenco a cui l’Accademia – diretta dal rettore dell’Unisob – si ispira per sviluppare un sodalizio tra le Università di Grecia, Spagna e Portogallo.
Sono i punti di forza di una struttura unica nel suo genere dal punto di vista della ricerca scientifica: il sodalizio euro-Mediterraneo tra gli studiosi delle Scienze pedagogiche e le fondamenta basate sulle più autentiche passioni che nel passato le più notevoli figure femminili della scienza pedagogica hanno dedicato all’idea di emancipazione e di trasformazione sociale.
Ce ne parla Fabrizio Sirignano(nella foto in pagina), ordinario di Pedagogia generale presso l’Ateneo: “L’Accademia si pone nel solco tracciato da significative figure di donne che hanno apportato un contributo in termini di teorizzazione, progettazione e realizzazione di esperienze con ricadute pedagogiche ed educative nel Mediterraneo”.
Questo indirizzo di ricerca trova le sue ragioni nel pensiero antico della pedagogia in un palinsesto fertile come il Mediterraneo, in cui il legame tra scienza e filosofia ne è stato da sempre nutrimento, a partire dalla Grecia classica del V-IV secolo a.C.
Il partenariato scientifico con le altre università del Mediterraneo è un progetto esemplare nel suo genere, come sottolinea Sirignano: “Il sodalizio accademico muove le sue riflessioni e le sue attività dagli alti e ancora oggi attuali exempla di impegno etico-sociale e pedagogico-educativo, incarnati da alcune donne che tra il XVIII e XX secolo sono vissute e hanno operato consapevolmente nell’area del Mediterraneo, testimoniandone la connotazione interculturale e transculturale di spazio – allo stesso tempo fisico, simbolico e metaforico – di apertura, di collegamento e di confronto dialogico tra popoli, culture ed individui”.
Si tratta di donne di diversa estrazione sociale e formazione culturale che hanno profuso il loro impegno per le fanciulle ed i fanciulli, per i più poveri ed i più bisognosi, per la scuola, l’istruzione e la formazione, chi attraverso l’elaborazione di teorie e modelli, chi attraverso la scrittura e la divulgazione, chi tramite la militanza, la testimonianza e l’impegno costanti e quotidiani, chi attraverso l’ideazione, la realizzazione e la conduzione di attività educative.
“Pur nella loro diversità di orientamenti e di modalità di profusione del loro impegno etico, educativo e culturale, si tratta di donne accomunate dal fil rouge di una pedagogia fortemente ancorata alla dimensione sociale”, conclude.
È una pedagogia tradizionale ma allo stesso tempo innovativa in una dimensione socio culturale come quella attuale in cui l’idea stessa di società, di condivisione e di empatia sembra stia perdendo smalto.
Seminari e attività formative, attuazione di Fellowship, e progetti comuni: sono le iniziative che l’Accademia si propone di realizzare a partire da questo anno accademico. Insegnare a formare e formare per insegnare, pensando su queste basi a una “comunità mediterranea”, costruita e alimentata dalla pedagogia dialogica dell’ascolto, del confronto e dell’accoglienza.
da.card.