Alla scoperta di Pablo ‘ladro’ della pittura

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In occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Picasso e delle celebrazioni congiunte tra Spagna, Francia e Italia, l’Archivio di Stato di Napoli ha ospitato la presentazione di uno dei volumi meno specialistici e più appassionati sull’artista ispano francese. Il libro è scritto da Roberto Nicolucci, giovane editore, studioso, critico d’arte e docente di storia dell’arte moderna, tra i laureati eccellenti dell’Università Suor Orsola Benincasa.

Pablo Picasso, Lo straordinario ladro della pittura (Napoli 2023), mette in primo piano un Picasso disegnatore, incisore, collezionista, esploratore di nuovi circuiti comunicativi, che si tuffò con conseguenze spettacolari nel pieno della crisi dei linguaggi figurativi del Novecento. Picasso contro tutti, tutti contro Picasso che utilizzava il corpo e le figure come scudi astratti per denunciare gli orrori delle truppe nazionaliste contro la cittadina di Guernica.

Picasso a ritroso verso Caravaggio, Picasso con uno sguardo lontano: è lo spirito con cui lo si racconta nel volume introdotto con una bella postfazione di Augusto Guarino, professore di Letteratura spagnola L’Orientale di Napoli, e presentato da Stefano Causa, professore di Storia dell’arte moderna e contemporanea presso l’Università Suor Orsola Benincasa.

Con un riferimento alla mostra immersiva, non a caso allestita presso l’Archivio di Stato di Napoli dallo scorso anno, “la presentazione del volume completa la serie di iniziative proposte dall’istituto napoletano”, ha detto Candida Carrino, direttore dell’Archivio di Stato.

“Picasso reinventa l’idea di museo, è la tradizione che si veste di nuovo”, ha spiegato Stefano Causa introducendo il volume. La natura non specialistica che caratterizza il libro è testimonianza del fatto che la ricerca che unisce differenti discipline dà risultati vincenti ed è “questa connessione tra discipline diverse, l’unica possibilità  attraverso cui la cultura a Napoli potrà vivere una vera e propria emersione”, ha aggiunto. Il raggio retrospettivo e contemporaneamente la capacità dell’artista di guardare avanti hanno fatto di Picasso, metaforicamente, l’incarnazione di un manuale di storia dell’arte, come ha accennato Nicolucci.

Del resto lo stesso Picasso, e lo si evince dal volume, fu una ‘scoperta postuma’ per gli spagnoli. “Cervantes e la pittura spagnola – ha concluso Guarino – ci lasciarono l’eredità del moderno e del post moderno, e solo con Guernica la Spagna ritrovò Picasso e Picasso ritrovò la Spagna”.

da.card.

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