La città educante in cattedra al Suor Orsola

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redazione

È necessario partire dalla città e dai suoi abitanti per risanare la città stessa. In questo la metropoli nella sua multiforme e complessa geometria può assumere un ruolo da protagonista per rigenerarsi e rigenerare le proprie comunità.

 La città come comunità educante è il titolo della seconda edizione di incontri  programmati presso l’Università Suor Orsola Benincasa grazie alla collaborazione tra laboratori, corsi di studio e gruppi di ricerca.  I seminari – che continueranno fino al prossimo giugno – sono scaturiti da un importante progetto formativo elaborato anzitutto dal CARE, Centro di Ateneo per la Ricerca educativa e per l’alta formazione degli insegnanti e degli educatori (nella foto un’immagine di file alle mense dei poveri a Napoli).

Uno scambio di studi e punti di vista, nonché di risultati scientifici che provengono da discipline differenti e da sezioni disciplinari altrettanto differenti, sembra essere la strada maestra per focalizzare la ricerca sulle scelte socio-educative, politiche ed economiche di organizzazione e ri-organizzazione dello spazio urbano.

Città e territorio, città e comunità, città e persone, città e abitare, sono tutte relazioni di reciprocità le cui componenti non potrebbero esistere in maniera autonoma. L’attenzione va alle dinamiche di inclusione ed esclusione che attraversano ogni configurazione sociale e che interessano particolari gruppi di cittadini. Un’indagine che unisce il fronte sociologico con quello educativo.

Il primo incontro che si è tenuto lo scorso 22 gennaio ha inaugurato i lavori facendo il punto sulle esperienze artistiche che si impegnano nel sociale, come ad esempio  il teatro. Ce ne parlano Stefania Ferraro, docente di Sociologia dei fenomeni politici e Fabrizio Chello, docente di Pedagogia generale e sociale, presso l’Ateneo, nonché  ideatori e coordinatori del progetto.

“I seminari hanno avuto inizio lo scorso gennaio – spiega Stefania Ferraro –  e per la prima sessione sul tema Abitare la città: restituire gli sguardi per co-progettare,  abbiamo ospitato il regista Nicolangelo Gelormini insieme con Adriana Follieri e Davide Scognamiglio che in quanto fondatori dell’importante realtà napoletana  Manovalanza (diventata anche un’esperienza anche sul territorio nazionale), ci hanno raccontato i risultati ottenuti nelle realtà cosiddette difficili e, in particolare, hanno fatto conoscere dal vivo, anche ai nostri studenti l’esperienza interculturale Tutto il mondo è paese, con i ragazzi migranti che lavorano sul terreno dell’inclusione attraverso le attività teatrali”.

Il progetto è promosso inoltre con il supporto di uno dei Centri di Ricerca di rilievo internazionale dell’Università Suor Orsola Benincasa, Se-ForTECA – International Research Group Self-Formation in situations of Transition from Early Childhood to Adulthood e di UriT, Unità di ricerca sulle Topografie sociali.

“L’UriT è coordinata dal professor Antonello Petrillo e studia gli spazi nelle loro categorie sociali a partire dalle teorie di Foucault, di Simmel… A questa unità di ricerca si aggiunge il DIE, Laboratoire de recherche au sujet de Désaffiliation, Incertitude, Exclusion”.

Si tratta di un gruppo di studio fondato di recente, dice Stefania Ferraro, “che è coordinato dal rettore Lucio d’Alessandro e ha lo scopo di far dialogare gli studi teorici sui temi dell’incertezza, dell’esclusione e della marginalità con le pratiche del confinare e superare queste stesse marginalità. Le ricerche – aggiunge – sono in costante dialogo con le attività del terzo settore, grazie a una fitta rete di convenzioni con diverse realtà territoriali che affrontano il tema della povertà, della nuova povertà e delle politiche del lavoro”.

L’elemento centrale del ciclo seminariale di quest’anno è la realizzazione di workshop a cui gli studenti possono prendere parte incontrando operatori sociali, per comprendere come si declina il rapporto con determinate esigenze ed emergenze sociali, come si declina l’accoglienza e l’ascolto delle persone in condizione di difficoltà.

Cruciale l’intersezione tra diverse discipline che consentono agli studenti di entrare in diretto contatto con le più complesse realtà territoriali:

 “Fondamentale il dialogo di due curvature importanti del nostro dipartimento e cioé la dimensione sociologica e la dimensione pedagogica. Ciò che tiene insieme questa esperienza seminariale è proprio la messa in atto del dialogo di queste due componenti di ricerca e di didattica del nostro Ateneo”.

Sotto questo aspetto pensare alla città come ‘comunità educante’ richiede necessariamente il contributo di diversi punti di vista e un’unione di saperi e competenze che l’Ateneo ha il privilegio di raccogliere nel CARE, il Centro di ricerca per insegnanti ed educatori, come spiega nello specifico Fabrizio Chello: “Il lavoro sul fronte pedagogico all’interno del CARE è costituito da una serie di gruppi di ricerca, ciascuno focalizzato su temi diversi, dalla filosofia dell’educazione alla pedagogia della devianza, della marginalità e della disabilità, alla pedagogia delle famiglie, alla letteratura per l’infanzia”.

“Il ciclo di seminari progettato – prosegue Chello – si pone come obiettivo una riflessione sugli spazi urbani quali spazi di formazione dell’identità della persona e del cittadino. La città fin dall’antica Grecia è sempre stata un luogo di formazione e di attuazione delle pratiche educative e nel corso della storia esse sono state pratiche di rafforzamento di identità egemoniche e di riferimento per il costituirsi della cittadinanza”.

I seminari sono pensati per un pubblico di studenti e per i professionisti del lavoro sociale ed educativo. Lo scopo finale è mettere in connessione le tre dimensioni dell’identità dell’accademia oggi, quella della ricerca, della didattica e della terza missione, sostenendo formazione iniziale e formazione continua attraverso la relazione tra ricerca, formazione e servizi.

L’incontro del 15 febbraio alle ore 16.00 sul tema  Abitare la città: lo sguardo delle persone in condizioni di povertà, al link www.unisob.na.it/eventi con il programma completo.

da.card.

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